Termovalorizzatori pro e contro. Prima di addentrarci in questa spinosa e controversa questione chiariamo cosa si intende per termovalorizzatore ed in cosa questo differisce da un inceneritore. Il termovalorizzatore è un apparato che sfrutta il potere calorifico della sostanza che brucia per la produzione di energia elettrica ed eventualmente per il teleriscaldamento. L'inceneritore invece è un impianto che distrugge termicamente le materie con cui lo si alimenta. Nel caso dei rifiuti quindi l'inceneritore è semplicemente un sistema di smaltimento (per combustione). Il termovalorizzatore, invece, unisce allo smaltimento un recupero energetico.
Ciò premesso tentiamo di elencare vantaggi e svantaggi dei termovalorizzatori e se è possibile di trarne qualche conclusione. Premettiamo che la materia è molto complessa ed anche estremamente controversa ed è difficile disquisirne in maniera serena e senza pregiudizi ideologici o di parte.
-Il primo punto che va affrontato è se i termovalorizzatori sono necessari. Fino a pochi anni fa l'unica alternativa ai termovalorizzatori, che all'epoca erano semplici inceneritori, era il conferimento in discarica. E' evidente che di fronte a tale possibilità ed ai problemi ad essa connessi: inquinamento del territorio e delle falde acquifere l'incenerimento costituisce decisamente un passo avanti. Ma viene spontaneo chiedersi "è l'unica possibilità? e se ve ne sono altre quale è la migliore?" Per dare una risposta a tali domande basta guardare a paesi del Nord Europa che utilizzano tale tecnica da diversi anni.
In Germania, dove il primo inceneritore fu costruito nel 1895 ad Amburgo, come in diverse altre nazioni, sebbene siano in funzione molti grandi impianti si tende ad incenerire sempre meno. La motivazione di ciò è legata al fatto che parallelamente al trattamento dei rifiuti in impianti di termovalorizzazione è stata portata avanti una seria politica del trattamento degli stessi. Ossia una politica che incentivava riuso e recupero e successivamente riciclo. Recuperando con bonus economici e tassazione all'origine imballi e contenitori. E successivamente selezionando scrupolosamente i rifiuti per riciclare ogni sorta di materiale. Tale processo ha portato come conseguenza una drastica riduzione dei rifiuti da smaltire e quindi da incenerire.
-Secondo punto controverso sui termovalorizzatori è se essi risultano economicamente convenienti e quindi abbiano una propria sostenibilità. I termovalorizzatori come detto bruciano rifiuti. Ma non tutti i rifiuti sono uguali e perciò hanno differente potere calorifico. Si può bruciare rifiuti così come vengono raccolti senza trattamento alcuno (il così detto "tal quale"). Oppure, previo trattamento che elimini gli inerti, i riciclabili e la frazione organica, bruciare il CDR (Combustibile Da Rifiuto). E' evidente che il potere calorifico del primo prodotto è di gran lunga inferiore a quello del secondo. In tal caso per produrre energia elettrica bisogna integrare la combustione bruciando gas naturale. Comunque sia il rendimento per produzione di energia elettrica in impianti di termovalorizzazione è sempre molto basso. Per consentire quindi una sostenibilità economica dell'impianto è necessario costruire apparati di notevole potenza dell'ordine di trattamento di almeno 200 tonnellate di rifiuti al giorno. Impianti di tale taglia creano ovviamente altre problematiche. Una delle più serie è connessa ai trasporti della spazzatura necessaria all'alimentazione del forno.
-Terzo punto controverso sono le valutazioni dell'impatto dei termovalorizzatori sull'ambiente e sulla salute delle comunità di sottovento. I moderni impianti sono costruiti con tecnologie avanzate e sono rispettosi dei limiti imposti dalle vigenti normative. Sono stati fatti a tal proposito numerosi studi sull'impatto delle emissioni sulla salute dei cittadini. Tali dati,però, non sono universalmente accettati e anzi ferocemente contestati perché ritenuti di parte non solo da una consistente fetta della società civile ma anche del mondo scientifico. Sicuramente sui problemi di accettazione delle comunità pesano 2 importanti fattori:
-Gli impianti di grossa dimensione richiedono grossa movimentazione di rifiuti ed è difficile far digerire alla gente la spazzatura degli altri.
-La cattiva gestione della cosa pubblica. Troppo spesso le società che gestiscono gli impianti sono state indagate per emissioni inquinanti fuori dalle norme (Colleferro, Brindisi, Pietrasanta).
Dall'esame del poco che si è detto che conclusioni è possibile trarne?
Sicuramente i termovalorizzatori non sono la panacea che si tenta di far passare né tanto meno un sistema per ricavare soldi dalla spazzatura e quasi sicuramente non contribuiscono a rendere salubre l'aria del circondario ma paragonati al conferimento dei rifiuti in discarica costituiscono un piccolo passo avanti per consentirci di superare una emergenza transitoria. Di pari passo quindi andrebbe incentivata con ogni mezzo una campagna di recupero e riciclo dei rifiuti e i sistemi produttivi dovrebbero essere drasticamente riconvertiti: ogni bene dovrebbe essere progettato prendendo in esame il suo intero ciclo vitale dalla nascita alla distruzione.
Approfondimenti su: Termovalorizzatori pro e contro in energia Ambiente.