Il consumo di energia nei secoli è sempre cresciuto con l'aumentare dello sviluppo economico e della popolazione. In altre parole il consumo energetico è sempre stato un indicatore abbastanza verosimile dello standard di qualità della vita di una popolazione.
A conferma di quanto asserito facciamo un po' di storia. Un milione di anni fa l'uomo non conosceva altra fonte energetica oltre quella dei suoi muscoli. La sua prima conquista in tal campo, che si stima avvenuta mezzo milioni di anni fa, fu la scoperta ed il controllo del fuoco. Circa 5000 anni prima di Cristo l'uomo ormai padrone del fuoco si trasformò da cacciatore nomade ad agricoltore stanziale utilizzando in questa sua nuova attività animali che aveva addomesticato allo scopo. Da quel momento oltre agli animali ed al fuoco (che alimentava con la legna) iniziò gradatamente ad utilizzare per le sue attività che divenivano via via più complesse anche altri fonti come vento e acqua nei mulini. Bisognerà attendere gli inizi del XVIII secolo affinché nell'Inghilterra preindustriale si verificasse una nuova grande rivoluzione: l'invenzione della macchina a vapore. Notiamo esplicitamente che fino a quel momento tutte le fonti energetiche usate dall'uomo (animali, legna, vento, acqua )erano fonti rinnovabili, ossia si riproducevano in un tempo paragonabile alla vita umana e pertanto non erano soggette ad esaurimento. Il carbon fossile invece, utilizzato nelle macchine a vapore, fu la prima fonte energetica non rinnovabile (per la formazione occorrono tempi paragonabili a diverse ere geologiche). La seconda rivoluzione industriale aprì l'era del petrolio. E' il 1880 quando Rockfeller fondò la Standard Oil prima grande compagnia petrolifera. Ovviamente anche il petrolio, essendo combustibile fossile, era una fonte energetica non rinnovabile. Oggi il consumo medio annuale di energia del pianeta è di circa 0,5 ZJ ossia 500.000.000.000.000.000.000 joule. E di questo ammontare circa l'85% viene da combustibili fossili. Ora se sicuramente questo enorme consumo di energia e quindi di combustibili fossili ha portato livelli di benessere mai raggiunti prima (anche se tale benessere non è uniformemente distribuito ma è quasi ad esclusivo appannaggio dei paesi industrializzati) ha anche portato una serie di non trascurabili effetti collaterali. Il più vistoso e grave tali inconvenienti è il così detto effetto serra. Provocato dall'anidride carbonica: sotto prodotto della reazione di ossidazione dei combustibili fossili. Effetto serra che a parere, quasi unanime, degli esperti è il maggior responsabile dell'aumento di temperatura del pianeta . E quindi dei conseguenti e tragici mutamenti climatici che lo stanno devastando. Inoltre a tutto ciò si aggiunge, anche il non trascurabile particolare, che i combustibili fossili, in quanto fonti non rinnovabili, sono in via di prossimo esaurimento. In attesa di progressi tecnologici che rendano le energie alternative (fotovoltaico in particolare) economicamente convenienti, tanto da soppiantare le fonti non rinnovabili o che il nucleare da fusione diventi sfruttabile sembra che siamo di nuovo giunti ad storico bivio. Sembra infatti che per la prima volta nella storia dell'umanità il binomio progresso/aumento dei consumi energetici sia destinato a scindersi. Per centinaia di anni infatti abbiamo, incuranti del futuro e di ogni controindicazione, saccheggiato ogni possibile risorsa giungendo al punto in cui siamo. Obbligati, pena la distruzione del pianeta, a ridurre i consumi energetici e modificare drasticamente i nostri stili di vita. Modifica che condurrà ad un drastico cambiamento degli attuali modelli di sviluppo. E presumibilmente ad una più equa distribuzione delle risorse come la tumultuosa crescita di grandi paesi ai margini come Cina ed India impongono.
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